RIELABORAZIONI ARTISTICHE
Cosa vuol dire "rielaborare"?
Semplice, non vuol dire altro che "elaborare nuovamente", comprendere un significato più profondo di una qualsivoglia opera (che sia un'opera d'arte, architettura, filosofica, teatrale non importa, l'importante è che sia un prodotto che susciti emozioni o che trasmetta un messaggio).
Semplice, non vuol dire altro che "elaborare nuovamente", comprendere un significato più profondo di una qualsivoglia opera (che sia un'opera d'arte, architettura, filosofica, teatrale non importa, l'importante è che sia un prodotto che susciti emozioni o che trasmetta un messaggio).
STRATIFICAZIONE - L'immaginazione viene fuori quando si sottraggono dei pezzi alla nostra vista, sappiamo che lì, sotto a quella macchia bianca o nera, c'è qualcosa, ma non sappiamo esattamente cosa. Un naso, degli occhi, oppure, un cerchio, la forma pura e più semplice di tutte, facilita la nostra immaginazione. Sappiamo che quello è un cerchio e proprio perché è un cerchio dovrebbe chiudersi, ma queste stratificazioni lo impediscono scaturendoci un pò di fastidio, o meglio una nausea temporanea.
La rielaborazione dell'opera tenta di sintetizzare il significato di fondo, il quadro vive nel tempo, in tutte le sue stratificazioni, o meglio attraverso la sua continua modifica visiva. Il foglio stropicciato, come le strade di una città, esprime il tempo che passa e lascia segni quasi indelebili, poiché avverrà sempre una continua sovrapposizione di strati o strade al di sopra.
Maria Lai - Geografia - 2010
(a destra: rielaborazione)
INFINITO - In questa rappresentazione è molto forte il tema del contrasto, il rosso e il nero conferiscono una netta distinzione visiva, la parte scura potrebbe rappresentare "lo spazio" incalcolabile e infinito, mentre la parte colorata è dove siamo noi, la terra. I due fili si collegano in un punto che appare lontanissimo, è come se queste due linee entrassero nel foglio, sappiamo tutti che non è così, è un inganno, un'illusione ottica.
La rielaborazione cerca di estrapolare l'emozione provata, l'andare verso l'infinito, ho provato con delle semplicissime rette parallele tra loro, che si restringono sempre di più verso il punto finale, conferendo così una simile sensazione. Si potrebbe dire che è la curiosità che ci spinge a voler scoprire cosa c'è oltre, cosa c'è dopo quel punto? Tutto e niente; forse, proprio in questo esatto momento, c'è proprio la nostra fantasia.
MULTIVERSO - L'opera in questione, attualmente esposta al MAXXI a Roma, potrebbe suscitare angoscia poiché sembra quasi di passare da un "universo ad un altro", quindi si ha una paura dell'ignoto, ma nello stesso tempo la curiosità di scoprire cosa c'è oltre spinge "il curioso" ad avere contemporaneamente terrore e stupore.
La rielaborazione dovrebbe chiarire alcuni dubbi: l'opera non è una totale ed unica confusione, ma ha, di base, un rigoroso schema che culmina al centro. Lo spettatore potrebbe (dico potrebbe perché le emozioni provate dovrebbero e potrebbero essere diverse da persona a persona) avere la sensazione di cadere nel centro del quadro, trasportato così in questo tunnel verso un nuovo universo, però nello stesso tempo bloccato in questo "frame" che l'opera ci mostra; un immagine di passaggio dal nostro mondo ad uno del tutto nuovo, un mondo di nostra pura fantasia.
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