Charles Moore - Kresge College
L'opera di Charles Moore si inserisce, secondo il libro del Prof. Arch. A. Saggio, "Architettura e Modernità", negli anni del big bang (1957-1966). Sembra di essere già lontani dal "dopo guerra", in contrapposizione agli enormi blocchi monolitici c'è una voglia ed una continua ricerca di maggiore libertà espressiva, formale e mentale. Cambiano gli equilibri della società, c'è un nuovo modo di vedere le cose, il settore terziario diventa il cardine dei nuovi progetti, cambia il modo di pensare l'architettura, variazioni che verranno notate solo alcuni anni dopo.
Tutte le arti si interesseranno man mano a fenomeni legati all'attualità della vita di tutti i giorni, fenomeni popolari, qui nasce la pop art, rappresentazione di oggetti della vita quotidiana, espressione della società, rivolta alla massa e non più al singolo individuo.
In Italia "della storia non si può fare a meno": prendere esempio, studiare i grandi maestri del passato è un colpo sicuro dal quale far fuoriuscire nuovi progetti, moderni, ma con radici ben piantate nell'antico. Bruno Zevi è il grande sostenitore di questo utilizzo moderno della storia, secondo Zevi il buon architetto riesce a "vedere davvero l'architettura" rileggendo le concezioni spaziali e non guardando agli stili o agli apparati decorativi. "La storia è un campo a cui l'architetto contemporaneo deve attingere per cogliere quei fenomeni innovativi che dalle soluzioni del passato si proiettano nel presente": la frase si spiega da sola, la storia serve e aiuta. Zevi esalta il continuum della Villa Adriana, una successione continua di strutture lungo tutto il viale o i viali del complesso, ma non in un modo rettilineo, bensì frammentato, lo spazio aperto diventa il fulcro sul quale il progetto si fonda.
In questi anni viene presentato un mondo contro lo spreco di fantasia, dove componenti e spazi si assemblano in modo creativo e innovativo, dove il pensiero personale dell'architetto, un singolo individuo, vince e viene manifestato liberamente in tutta la sua espressione. In Italia è Carlo Scarpa che, con una formidabile sensibilità verso lo spazio, esprime il suo pensiero architettonico fantastico. Insomma la piena espressione delle più grandi menti progettiste di quel tempo rimane impressa sul tessuto terrestre, come uno dei ricordi più interessanti degli architetti creativi che ci precedono.
Charles Moore è uno di quei architetti che ha saputo ben guardare "indietro", la storia insegna a non commettere gli stessi errori, conferisce il saper progettare in modo giusto qualsivoglia opera o oggetto. Moore studia Villa Adriana, già citata prima con B. Zevi, e ne fa una sintesi nel suo progetto. Crea uno Spazio Negativo, quello spazio che nasce dalla forma stessa degli edifici e dal modo in cui sono posizionati. Il Kresge College è un complesso universitario e dormitorio, l'architetto ha l'esigenza di conformare lo spazio aperto nel migliore dei modi possibili, senza dispersioni, in un continuum spaziale.
L'idea-guida è la creazione di una "scena urbana" tramite una serie di situazioni planimetriche e volumetriche: forte relazione tra 1) forma dello spazio aperto e 2) disposizione dei volumi.
Le attività pubbliche si relazionano direttamente con le funzioni interne, mira allo sviluppo delle relazioni nella comunità del Campus.
Tutto si basa sulla matrice formale dettata dalla strada, un percorso continuamente spezzato collega tra loro gli edifici più importanti e determina piazze, slarghi, soste, quindi respiri = momenti salienti. E' un susseguirsi di spazi orizzontali e verticali, qui l'idea di architettura-vassoio è superata; l'architettura diventa paesaggio, strettamente legata ad un percorso principale generativo di tutto il complesso.
Rappresentazione Progetto Reale - Kresge College
Primo Step Scacchiera - Kresge College
Secondo Step Scacchiera - Kresge College
Schizzo Secondo Step Scacchiera
BANG
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